lunedì 11 luglio 2016

I MULINI DELLA VALLE OLONA (VA)

Lungo questo fiume , che si distende per 71 chilometri , nasce la storia della industrializzazione dell’alta Lombardia e quindi dell’Italia .
La presenza di mulini lungo il fiume Olona è testimoniata nero su bianco fin dall’anno 1043. Il mulino era allora l’emblema di una rivoluzione silenziosa: Roma antica ne conosceva il principio ma non lo aveva applicato estesamente, basandosi sulla schiavitù. Dall’epoca carolingia in avanti, il mulino diventa un fulcro economico (anche per la fiscalità feudale), protetto qua e là addirittura da fortificazioni: moltiplica la produttività, riceve la produzione granaria e la trasforma in farina, base per il pane, l’alimento di origine mediorientale sacro alla fede cristiana.
Ma le terre della Valle Olona e dintorni non sono l’ideale per la coltivazione ad alte rese, e il mulino ben presto si mostra utile ad altri usi: segare legname, mettere in moto mazze per battere materiali vari (come le fibre per la fabbricazione della carta), azionare telai e forge; e ancora concerie e lavaggio tessuti beneficiano delle acque mormoranti del fiume. È l’inizio di una tradizione artigiana che diventerà industriale.
Oggi, di tutti quei mulini che un tempo, a rischio di periodiche inondazioni, popolavano il fondovalle dai dintorni di Varese fino a Nerviano (un documento del 1608, due anni dopo la nascita dell’antichissimo Consorzio del Fiume Olona, ne contava non meno di 116), ne restano ben pochi.
Partendo dalle sorgenti, i primi impianti molinatori di rilievo storico che si incontrano lungo l'Olona sono i mulini Grassi di Varese, che sono stati costruiti tra il XVI ed il XIX secolo. Sono stati ristrutturati per essere adibiti ad abitazione ed hanno, sui muri esterni, alcuni esempi di meridiane di grande interesse storico ed un pregevole affresco del 1675. Più a sud sono presenti i mulini Sonzini di Gurone, che sono anteriori 1772 e che sono stati adibiti ad abitazioni. Sono rimasti in attività fino al 1970. A Vedano Olona è situato il mulino alle Fontanelle. Già presente nel 1772, possedeva una macina da grano ed un torchio. Subì un primo abbandono negli anni venti, poi fu ristrutturato negli anni settanta e di nuovo abbandonato nel decennio successivo. 
A Castellazzo, località di Fagnano Olona, è situato il mulino Bosetti. Già censito come mulino Visconti nel 1772, fu catalogato come mulino del Ponte nel 1857 prima di assumere la denominazione di mulino Bosetti negli anni seguenti. Nel 1982 risultavano accessibili le sole abitazioni, mentre il resto è abbandonato. A Castelseprio è presente il mulino Zacchetto, che fu attivo per fini agricoli dal XVIII al XIX secolo. Divenne prima sede della società Pagani (anni venti), per poi venire trasformato in centrale elettrica. Dagli anni ottanta risulta abbandonato.
A Gornate Superiore, frazione di Castiglione Olona, è situato il mulino del Celeste. Già mulino Mariani nel 1772 e mulino Guidali nel 1857, fu registrato con l'attuale denominazione nel 1881. Disponeva di torchi da olio ed di una macina da grano. Dal 1930 è stato adattato ad abitazioni private. A Lonate Ceppino è situato il mulino Taglioretti. Anch'esso, nel 1722, era di proprietà Mariani. Prese la denominazione mulino Taglioretti nel XIX secolo. Fu a servizio della cartiera Canziani del 1901 e del cartonificio Samec dal 1920. Nel 1982 risultava abbandonato. A Gornate Olona sono presenti i mulini di Torba e San Pancrazio. Entrambi esistenti prima del 1772, assunsero i nomi delle rispettive frazioni del 1857. Cessarono le attività molinatorie verso metà del XX secolo. Sono in gran parte adibiti ad abitazioni. Ad Olgiate Olona è situato il mulino del Sasso. È ben conservato e quindi è in corso un progetto che prevede il ripristino completo dell'impianto idraulico.
Nel 1772, secondo una relazione, i mulini censiti in località Legnano erano 10, sono giunte al XXI secolo solamente le rovine del mulino denominato "Sotto il Castello" o Cornaggia. Situato in via Molini, sull'isola dell'Olona dove sorge il castello di Legnano, risale alla prima metà del XVI secolo. Il mulino è in rovina e presenta evidenti crolli strutturali e deterioramenti diffusi.
Tutti questi mulini, o quello che ne rimane si possono ammirare lungo la ciclopedonale della Valle Olona
Fagnano Olona - mulino del Sasso


Legnano - cotonificio Dell'Acqua

Mulino Lepori - Lonate C.


Mulino Schiatti - Legnano (1930)

mulino bosetti - Fagnano Olona

lavatoio - Marnate

Molino Lepori - Lonate C.

un mulino di San Vittore in una foto d'epoca

Un mulino sull'Olona a Legnano in un'immagine del 1902

martedì 5 luglio 2016

VILLA MAGNANI E LA CAPPELLA FUNEBRE DI FAMIGLIA - INDUNO OLONA (VA)

La villa venne progettata nel 1903 da Ulisse Stacchini per Angelo Magnani, il successore di Angelo Poretti alla guida della fabbrica. Ricordiamo che Stacchini sarà vincitore, nel 1912, del concorso per la Stazione Centrale di Milano. La costruzione venne ultimata nel 1905. Si trova in posizione dominante rispetto alla fabbrica, all'interno del parco progettato dallo stesso Stacchini. Il volume verticale dell'edificio è ritmato dall'alternarsi delle aperture, sottolineate dagli stipiti decorati a motivi floreali. Notevoli sono, all'esterno, gli elementi decorativi plastici a sfondo naturalistico: erme dal volto femminile e cornici floreali. Le fasce orizzontali in laterizio e le decorazioni rigidamente geometriche dei ferri riprendono invece l'apparato decorativo della birreria. All'interno stucchi e dipinti murali gialli e grigi, riprendono i colori della vicina fabbrica di birra. La torretta vetrata è stata edificata fra le due guerre, coprendo la preesistente terrazza. L'edificio è sede amministrativa della fabbrica.
L'edifico progettato dall'Architetto Ulisse Stacchini venne commissionato dalla famiglia Magnani e costruito nel 1912. Le decorazioni pittoriche a motivi geometrici con andamento lineare valorizzano le aperture delle facciate esterne differenti dalla vicina Villa Magnani, dove la scelta dell'architetto ha privilegiato l'utilizzo di materiali differenti e l'inserimento di elementi plastici decorativi. Poco più avanti si trova il cimitero, con la cappella funebre della Famiglia Magnani, realizzata nel 1919 dal celebre scultore Enrico Butti di Viggiù. L'opera di gusto non propriamente Liberty ha la forma di una pagoda in pietra poggiante su un elefante bronzeo a grandezza naturale a ricordo delle suggestioni culturali e religiose del committente.
L’elefante ha dimensioni quasi pari ad uno vero, l’edicola venne costruita da Enrico Butti noto scultore di Viggiù realizzata in collaborazione con l’ingegner Ernesto Brusa di Varese, l’opera fu voluta proprio dal Magnani, nipote di Angelo Poretti.
Angelo Magnani morì il 19 maggio del 1924.
Per visitarla basta andare al piccolo cimitero di Bregazzana