Nel 1907 la società milanese dell’ing. Ottorino Magnani acquistò un appezzamento di terreno di privati in località Campaccio con l’intenzione di costruirvi una fabbrica per la produzione della polvere esplosiva “Albite” che dovette cedere per mancanza di fondi alla società francese DAVEY BICKFORD & SMITH. I primi due depositi per gli esplosivi furono costruiti nel 1913 al Campaccio e alla cascina Tognoli nei pressi del lago e, l’anno successivo, iniziò la produzione di micce e capsule detonanti. Inizialmente furono impiegati 50 donne e 13 uomini. Nel 1914 ebbe così inizio la vita di questa azienda che si è protratta fino al 1972 eper la quale hanno lavorato diverse generazioni di tainesi. La grande espansione della Polveriera si verificò negli anni compresi tra la prima e la seconda guerra mondiale (1915-1945). Lo stabilimento, pressato dalle esigenze belliche, ampliò man mano gli iniziali modesti impianti acquistando altri terreni ed arrivò ad occupare fino 1500 addetti. I tainesi impiegati arrivarono ad essere oltre 300.
Dopo l’8 settembre 1943 la Polveriera fu presidiata da un comando militare tedesco agli ordini del maggiore Rose. Vani furono i tentativi degli aerei alleati di colpire la fabbrica, molto ben protetta dai terrapieni e nascosta dagli alberi. Solo nel gennaio 1945 tre caccia bombardieri colpirono, facendoli esplodere, i depositi in località Bruschera, senza causare vittime. Nel dopoguerra la Polveriera continuò la propria attività, producendo tra l’altro migliaia di chilometri di micce detonanti utilizzate per il traforo del Monte Bianco. Nel 1952 la Polveriera fu acquisita dalla società MONTECATINI. Nel 1969 a seguito della fusione della Montecatini con la società Edison la Polveriera di Taino divenne parte del gruppo MONTEDISON e da quel momento iniziarono profondi cambiamenti. La fabbrica non era più remunerativa e, dopo qualche vano tentativo di trasformarne la produzione, la proprietà ne decise lo smantellamento. A mezzanotte del 25 novembre 1972 la Polveriera fu chiusa definitivamente. Finì così l’attività produttiva del più grande stabilimento insediatosi sul territorio di Taino dopo circa 60 anni di attività costati ai lavoratori 39 morti ed un numero elevato di feriti e mutilati.
Sabato 27 luglio 1935 alle prime ore del turno pomeridiano, esattamente alle 14,35 si verificò uno scoppio nel capannone adibito all’imballaggio dei materiali, lungo circa 15 metri ed alto 4, ubicato in posizione eccentrica rispetto alla restante parte dello stabilimento. La violenza dell’esplosione causò la rovina dell’intero fabbricato.
Nel reparto imballaggio lavoravano maestranze femminili coadiuvate da alcuni uomini per i lavori più pesanti.Immediatamente dopo l’esplosione, chiaramente avvertita anche nei paesi vicini, la gente accorse numerosa. Giunsero subito anche i soldati del 27° Artiglieria della
Divisione Legnano attestati sulle alture circostanti per esercitazioni campali, i carabinieri e i militi dei paesi limitrofi. Le operazioni di soccorso durarono tutta la notte nella vana speranza di trovare
qualche superstite. La realtà si presentò più tragica del previsto. Alle prime luci dell’alba del giorno successivo, una volta terminato lo sgombro delle macerie, si contarono trentacinque vittime, tre uomini e trentadue donne, identificabili a fatica.
E adesso, dopo 40 anni di abbandono, ciò che rimane sono solo edifici mezzi diroccati e capannoni sventrati. Resti che adesso stanno crollando a pezzi, è come se l’ex polveriera stesse per essere inglobata dal bosco che per anni l’ha protetta dalle incursioni aree.
Dopo l’8 settembre 1943 la Polveriera fu presidiata da un comando militare tedesco agli ordini del maggiore Rose. Vani furono i tentativi degli aerei alleati di colpire la fabbrica, molto ben protetta dai terrapieni e nascosta dagli alberi. Solo nel gennaio 1945 tre caccia bombardieri colpirono, facendoli esplodere, i depositi in località Bruschera, senza causare vittime. Nel dopoguerra la Polveriera continuò la propria attività, producendo tra l’altro migliaia di chilometri di micce detonanti utilizzate per il traforo del Monte Bianco. Nel 1952 la Polveriera fu acquisita dalla società MONTECATINI. Nel 1969 a seguito della fusione della Montecatini con la società Edison la Polveriera di Taino divenne parte del gruppo MONTEDISON e da quel momento iniziarono profondi cambiamenti. La fabbrica non era più remunerativa e, dopo qualche vano tentativo di trasformarne la produzione, la proprietà ne decise lo smantellamento. A mezzanotte del 25 novembre 1972 la Polveriera fu chiusa definitivamente. Finì così l’attività produttiva del più grande stabilimento insediatosi sul territorio di Taino dopo circa 60 anni di attività costati ai lavoratori 39 morti ed un numero elevato di feriti e mutilati.
Sabato 27 luglio 1935 alle prime ore del turno pomeridiano, esattamente alle 14,35 si verificò uno scoppio nel capannone adibito all’imballaggio dei materiali, lungo circa 15 metri ed alto 4, ubicato in posizione eccentrica rispetto alla restante parte dello stabilimento. La violenza dell’esplosione causò la rovina dell’intero fabbricato.
Nel reparto imballaggio lavoravano maestranze femminili coadiuvate da alcuni uomini per i lavori più pesanti.Immediatamente dopo l’esplosione, chiaramente avvertita anche nei paesi vicini, la gente accorse numerosa. Giunsero subito anche i soldati del 27° Artiglieria della
Divisione Legnano attestati sulle alture circostanti per esercitazioni campali, i carabinieri e i militi dei paesi limitrofi. Le operazioni di soccorso durarono tutta la notte nella vana speranza di trovare
qualche superstite. La realtà si presentò più tragica del previsto. Alle prime luci dell’alba del giorno successivo, una volta terminato lo sgombro delle macerie, si contarono trentacinque vittime, tre uomini e trentadue donne, identificabili a fatica.
E adesso, dopo 40 anni di abbandono, ciò che rimane sono solo edifici mezzi diroccati e capannoni sventrati. Resti che adesso stanno crollando a pezzi, è come se l’ex polveriera stesse per essere inglobata dal bosco che per anni l’ha protetta dalle incursioni aree.
Fonti storiche: http://www.taino-va.it/
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