domenica 3 aprile 2016

I MASSI AVELLI DI TORNO -CO-

Torno è uno dei più caratteristici paesini che si affacciano sul Lago di Como. L'ampia mulattiera acciottolata che parte da Torno procede in leggera salita, affiancata da campi terrazzati e vecchi cascinali e offrendo vasti scorci panoramici sullo scenario del lago in direzione nord. Distribuiti all'interno di un fitto bosco nei pressi di Torno sul lago di Como, è possibile trovare alcuni curiosissimi reperti archeologici,trattasi di vasche molto ben realizzate scavate in grossi massi erratici del quaternario.
Ad oggi la vera e propria funzione non è accertata, si pensa fossero delle semplici tombe. Ma il dubbio permane, com'è che di questo popolo antico ci sono pervenuti solo questi "sarcofagi"? 

Avevano forse un culto dei morti così avanzato da costruire queste vasche ben levigate nella nuda pietra? Inoltre nessun avello è stato ritrovato con all'interno resti di ossa od oggetti di culto. Questi reperti sono tipici del territorio comasco, in nessun altro luogo esistono testimonianze paragonabili.
Attualmente sono 32 i massi avelli classificati. Seguendo il sentiero ben segnalato è possibile incontrare tre avelli. Sono vasche di grande perfezione per l'epoca, e anche l'unica testimonianza pervenutaci dato di questa civiltà non è rimasto nulla. L'avello delle Piazze è molto curioso perchè costruito alla sommità di un masso erratico. Vedere questo oggetto così possente contenere una piccola "piscina" ben levigata alla sommità, pone davvero molte domande. 
Ritenuti di epoca romana, i più recenti studi di G. Frigerio propongono una datazione risalente all’arco di tempo che va tra la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.) ed il 588 d. C, quando i Bizantini abbandonarono l’Isola Comacina ed il territorio comasco conseg­nandolo al re longobardo Autari.
Non si conosce se fossero tombe singole appartenenti a capi o personaggi importanti o sepolcri di nuclei familiari, non presentando iscrizioni o dediche. Solo il masso avello ritrovato a Plesio, sopra Menaggio, è venuto alla luce con il suo coperchio monolitico. 
Accanto a queste strane vasche la cui funzione non è stata precisata, vi è la "pietra pendula" una pietra oscillante posizionata esattamente in bilico in modo tale che si muova ma chenon 

cada. Su un pannello didattico si legge:
"Monumento Naturale sito nel Comune di Torno; 610 m s.l.m.
pietra pendula

Torno





Avello delle Piazze

È un blocco di granito ghiandone proveniente da imponenti movimenti glaciali che ne hanno reso possibile lo spostamento dalla Val Masino; la pietra poggia su un basamento di roccia calcarea locale, presumibilmente forgiata dall’uomo in modo da simulare un grande e particolarissimo fungo.
Le sue dimensioni sono di 2x4x3 m, per un peso di 60 t circa.
La Pietra Pendula è certamente affascinante, sia per la curiosa e misteriosa espressione geologica che possiede, sia per la collocazione all’interno di un bosco maturo di latifoglie montane, dove dominano querce, ciliegi e carpini.
Le lettere PP incise sul masso potrebbero significare semplicemente Pietra Pendula, ma anche Proprietà Provinciale o Proprietà Privata."

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