lunedì 18 aprile 2016

UN VARESOTTO SOPRAVVISSUTO AL TITANIC

Emilio Ilario Giuseppe Portaluppi nasce ad Arcisate il 15 ottobre 1881 e muore sempre ad Arcisate il 18 giugno 1974.
Dopo i primi anni passati a sbozzare e lavorare la pietra, segue la strada già avviata da moltissimi emigranti della Valceresio e partì per Barre, Vermont, la capitale mondiale del granito, nel 1903. Il suo talento tecnico e artistico lo portò a Milford, New Hampshire. Viene descritto come scultore più che scalpellino.
Nell'autunno del 1911 Portaluppi fece un viaggio in Italia per rivedere la famiglia. Nella primavera del 1912 decise di ritornare in America e acquistò un biglietto di seconda classe sul Titanic. Si imbarcò a Cherbourg in Francia e il 14 aprile 1912 fu uno dei sopravvissuti alla tragedia. Abbiamo anche il numero del suo biglietto : C.A. 34644.
IL 14 aprile 1912 si era coricato presto. Fu destato da un tremendo scossone che altro non era che la conseguenza dello scontro con l’iceberg e forse l’esplosione delle caldaie. Pensò anche di esser già attraccato al molo di New York. Salì in coperta dove non notò niente di strano, ma ebbe la sensazione che doveva essere successo qualcosa. Rientrò in cabina, si rivestì e ritornò in coperta proprio mentre calavano una scialuppa di salvamento. Con l'aiuto del giubbotto di salvataggio e dall'essersi tenuto sopra ad un pezzo di ghiaccio riuscì a mantenersi a galla. Aveva nuotato verso una delle scialuppe, sulla quale il marinaio che la governava aveva tentato di impedirgli di salire menando colpi di remo. Era stata una donna a fermare il braccio del marinaio, e grazie al suo intervento il Portaluppi si era salvato. C'erano altre 35 persone nella scialuppa numero 14 quando fu issato a bordo.
Portaluppi asserì di essere caduto accidentalmente in mare e di avere nuotato per almeno due ore prima di essere ripescato da una scialuppa, ma forse potrebbe essersi imbarcato sulla scialuppa stessa mentre veniva calata in acqua. Ricordi discordi e anche immagini giornalistiche inventate o giù di lì. Portaluppi fu salvato dal Carpathia. Questa nave giunse sul posto due ore dopo l’affondamento e recuperò i naufraghi e partì per New York, dove giunse il 18 aprile con 705 superstiti.
I giornali locali diedero ampio spazio alla sua vicenda e posero l’accento sul trauma emotivo creato dall’affondamento della nave, dalla tragedia causata dalle centinaia di persone che aveva visto galleggiare sull’acqua o perdere la vita e dalla prolungata permanenza in mare senza precise notizie sul futuro. In realtà la paura dell’acqua non gli impedì nel 1914 di riprendere la via del mare per tornare in Italia dove prese parte alla prima guerra mondiale nell’esercito italiano.





Nessun commento:

Posta un commento