giovedì 26 maggio 2016

IL CERCHIO SACRO DI GOLASECCA (VA)

A Golasecca ci si può immergere nella preistoria, alla ricerca dei misteri di un’antica civiltà scomparsa. L’abitato si trova al centro di una vasta area archeologica da cui prende il nome la cultura di Golasecca, presente sulle sponde del Ticino e intorno ai laghi Maggiore e di Como nella prima età del Ferro, tra il IX e il IV secolo a.C. Qui una popolazione di origine celtica viveva in piccoli e grandi villaggi formati da capanne costruite con tronchi di legno, paglia e fango essiccato, dedicandosi all’allevamento del bestiame, alla tessitura, ma soprattutto al commercio di ambra, sale e stagno attraverso i passi alpini e la navigazione sul Ticino e sul Po, fungendo da tramite fra gli Etruschi stanziati nell’area tirrenica e le popolazioni celtiche del centro e nord Europa. Da Golasecca camminando per 2 km nel sentiero del Monsorino si giunge all’antica necropoli dove i “cromlech”, recinti circolari di grosse pietre, delimitano le aree sepolcrali scoperte nel 1965 insieme con le urne cinerarie, le armi, gli ornamenti personali e gli oggetti di corredo tombale che accompagnavano i defunti nel loro viaggio verso l’aldilà.
Col passare dei millenni il significato dei tumuli e dei cerchi di pietra fu obliato. Secondo le leggende medievali questi siti (fairy circles), insieme a quelli delineati in autunno dai funghi costituivano i luoghi per eccellenza dove le fate e le streghe danzavano nella notte durante i loro riti magici: luoghi da cui tenersi lontani, a rischio di incorrere in una maledizione, o perfino di essere catturati e rimanere prigionieri degli spiriti per l'eternità.
Anche secondo Plinio il Vecchio, autore romano ma di sangue celtico (nacque a Como nel 23 d.C), tutto ciò accadde prima che gli uomini usassero violenza sul popolo della fate, rendendole per sempre invisibili. Da allora gli abitatori del bosco vivrebbero ancora relegati nel regno dell’ombra, un paradiso sotterraneo dove solo allo sguardo dell’iniziato è concesso scorgere qualcosa oltre la realtà percettibile.






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