martedì 31 maggio 2016

LA CASA PIU' INFESTATA D'ITALIA? SI TROVA IN PROVINCIA DI LECCO

Molti la conoscono come “la casa rossa”, per via del colore vermiglio che, un tempo, ricopriva l’intera facciata, ma è chiamata anche "casa delle streghe" , stiamo parlando di Villa De Vecchi si trova in Valsassina, a Bindo, frazione di Cortenova (Lecco). E’ una delle 7 case abbandonate più infestate dai fantasmi al mondo.
Si dice che in certe notti dalle sue mura risuoni la misteriosa melodia di un pianoforte.
Fu progettata dall’architetto Alessandro Sidoli su commissione del Conte Felice De Vecchi, patriota milanese rinascimentale, nonché capo della Guardia Nazionale dell’epoca, che partecipò alle Cinque Giornate di Milano e all’assedio di Gaeta nel 1861.
I lavori di costruzione cominciarono nel 1854 e terminarono nell’estate del 1856. Parte della villa fu costruita con una pietra del luogo, l’arenaria rossa, cui si deve uno dei suoi soprannomi: “La Casa Rossa”.
E rossi erano anche i pavimenti alla veneziana, e alcuni dettagli dei bellissimi affreschi che decoravano le pareti interne e i soffitti.
La villa era strutturata su cinque piani:
c’erano infatti i sotterranei, adibiti a cantine, cucine e lavanderie.
Al piano terra si trovavano invece le sale da pranzo e le stanze degli ospiti.
Al primo piano c’erano le stanze padronali.
Il secondo piano era usato per la servitù.
E all’ultimo piano, nel progetto originale, doveva essere posizionato un osservatorio astronomico, che però non fu mai costruito.
L’architettura di gusto arabo era evidente ovunque: negli archi del porticato, nel disegno delle finestre, nell’intonaco esterno a righe, ma soprattutto risaltava nella cupola, tipica delle costruzioni orientali religiose.
Tutt’intorno alla Villa fu creato poi un magnifico parco di 130 mila metri quadrati, con piante ed essenze provenienti da tutto il mondo e venne costruita anche un’enorme fontana antistante la casa.
Oggi viene considerata di grande interesse per via delle storie macabre che le aleggiano attorno, per la presenza di presunti fantasmi e per la storia triste vissuta dai suoi proprietari, i conti de Vecchi, che qui vissero vicende di morte e misteriose sparizioni.
Sidoli, l’architetto che la costruì, non riuscì a vedere completato il suo capolavoro, perché morì l’anno prima della sua inaugurazione.
Si racconta che tutto ebbe inizio verso la fine dell'800: una sera egli, rientrando a casa, si trovò di fronte ad una scena raccapricciante: la moglie era morta ed aveva il volto orrendamente sfigurato mentre la sua cara figliola era scomparsa.
A seguito di questo terribile evento il conte, in preda al dolore, si suicidò. Si dice che siano questi i fatti luttuosi riportati dalla cronaca di quei tempi.
La morte dei coniugi De Vecchi lasciò soli due figli ancora ragazzi che vennero affidati al fratello del Conte, Biagio, che ne ereditò anche la casa.
Biagio però vi dimorò per pochi anni e poi la villa passò ad un altro parente del Conte, Giuseppe.
Gli eredi De Vecchi trascorsero le estati nella villa fino agli inizi degli anni ’40 del Novecento e poi la lasciarono in stato d’abbandono per quasi vent’anni, quando fu venduta alla famiglia Medici di Marignano.
Da allora la casa è disabitata, caduta nel più completo abbandono.
Il destino della villa, però, non era solo quello di restare vuota, inabitata, ma era anche quello di essere sfiorata da incidenti che, nel corso del tempo, ne minarono la bellezza interiore, pur lasciando intatto tutto il suo splendore esteriore.
Già agli inizi del ‘900, poco dopo la sua costruzione, la villa subì dei crolli, perché il Conte De Vecchi oltre ai camini per riscaldare la casa, decise di far passare attraverso i muri dei tubi al cui interno scorreva acqua riscaldata. Questo accorgimento per mantenere più calda la dimora, però, finì col creare non pochi problemi perché a causa di perdite dalle tubazioni, vi fu il crollo dell’ultimo piano.
Si racconta che in certe notti il suono di un pianoforte proveniente dall’interno della villa riecheggi tutt’intorno alla casa, spandendosi per i boschi circostanti.
Solo suggestione? Forse, ma nella villa c’è davvero un vecchio pianoforte a coda, ormai, però, completamente distrutto dai vandali.
Si dice che attorno agli anni ’20 del Novecento il noto occultista Aleister Crowley abbia soggiornato per alcune notti a Villa De Vecchi, e il soprannome di “Casa Rossa” non deriverebbe dal colore della pietra con cui era costruita la casa, ma dal colore del sangue che scorreva (c’è chi parla di una fontana nel parco che zampillava sangue) durante oscuri riti di magia sessuale praticati da lui e dai suoi adepti, che nella villa avevano dato vita ad una sorta di “comune” dedita a riti occulti di magia rossa e magia nera.
E fu proprio durante uno di questi rituali orgiastici nella casa del custode che, invocando il Demonio, questi apparve e si impossessò di uno dei seguaci di Crowley: costui, in preda ad una possessione demoniaca, uccise dilaniando a mani nude tutti gli altri adepti. La scena che si presentò alla polizia giunta sul posto era tanto raccapricciante che gli agenti non riuscirono neppure a ricostruire i cadaveri. Questa persona indemoniata non fu più ritrovata e di lei non si seppe più nulla.
Si narra che all’ingresso delle cantine, nei sotterranei, ci sia su un muro la scritta “SOS”, che non sarebbe però il celebre acronimo di “aiuto”, ma una sigla dal significato più occulto, che significherebbe “Salvate le nostre anime” (“Save Our Souls”).
Si racconta ancora, inoltre, che tutti coloro che hanno abitato la villa dopo la morte del Conte l’abbiano dovuta abbandonare per via di strani rumori che non li lasciavano dormire la notte.
I misteri e i segreti di Villa De Vecchi negli anni hanno attirato, oltre a vandali e curosi, vari gruppi di studiosi interessati al paranormale che hanno rilevato numerose anomalie sia all’interno che all’esterno della villa, come orbs, improvvise variazioni di campi elettromagnetici, rumori di passi trascinati sul pavimento e anche misteriose figure biancastre materializzarsi dentro la casa, in particolare, più di un testimone ha visto la figura bianca di una donna molto giovane.











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