domenica 15 maggio 2016

VILLA PUSTERLA CRIVELLI - IL MANICOMIO DI MOMBELLO Limbiate (MB)

Villa Pusterla-Crivelli-Arconati è una villa settecentesca situata a Mombello, (frazione di Limbiate), in cui soggiornarono Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli, e Napoleone Bonaparte, che la utilizzò anche come suo quartier generale.
La Villa è una delle maggiori testimonianze dell’architettura lombarda del Settecento. Era una dimora suburbana di origini tardo-medievali che passò nel Cinquecento agli Arconati e solo nel 1718 ai Crivelli. Fu il conte Stefano Gaetano Crivelli, che intorno alla metà del Settecento chiamò a lavorarvi l’architetto Francesco Croce, a trasformarla in una splendida residenza con giardino all’italiana.
Nell’anno della sua morte Napoleone Bonaparte soggiornò nella villa e, nello stesso anno, nell’Oratorio dei Crivelli (Oratorio San Francesco), si celebrarono le nozze tra Paolina Bonaparte e il generale Leclerc.
Si narra che, nei suoi sotterranei, esista un passaggio segreto voluto dallo stesso imperatore per fuggire in caso di pericolo.
Nel 1865 la villa e il terreno attiguo vennero venduti alla Provincia di Milano e, nello stesso anno, la villa venne adibita a manicomio.
Qui fu recluso con uno stratagemma Albino, figlio non riconosciuto di Mussolini.
Non si doveva sapere che alle ore 8 del 26 agosto del 1942 a Limbiate era morto il primogenito maschio del duce. Fu registrato come Benito Albino Bernardi, classe 1915, «di razza ariana». Morì misteriosamente, dopo un lungo periodo di stenti, nel manicomio di Mombello.
Non è chiaro se i resti di quel giovane dalla vita tormentata e dalla fine tragica siano ancora sepolti all'interno del cimitero comunale in un'area destinata a fossa comune
Ma i misteri non terminano certamente qui. Nei sotterranei della Villa si trova un pozzo. Difficile scoprire cosa celi il suo fondo perché in gran parte riempito da detriti, ma sembra che siano stati condotti esperimenti segreti su diversi pazienti i cui corpi poi, venivano gettati proprio nel pozzo e disinfettati con calce viva.
Nell'immenso parco spuntano i padiglioni ormai in disuso del manicomio e ciascuno di essi è collegato da un intrico infinito di cunicoli sotterranei.
Per 130 anni, Villa Crivelli fu così un ospedale psichiatrico, Mombello, che intorno al 1960 arrivò ad avere più di 3000 pazienti, attirandosi l' appellativo di «colosso dei manicomi italiani»; qui operò anche Lombroso. Con la legge Basaglia, l' intera struttura venne poi lentamente abbandonata.
Dal degrado si sono salvati Villa Crivelli, attuale sede dell' Istituto tecnico agrario, le palazzine che ospitano l' Istituto commerciale per periti aziendali e il «Corberi», una casa d' accoglienza per malati psichici gravi.











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